LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
I RITROVI
E I TEATRI A BRINDISI NEL '900
Dai caffè ai circoli
cittadini, tra operette, varietà e spettacoli
di beneficenza
Il fermento della conoscenza e il desiderio di divertimento
Durante i primi anni
del ‘900 Brindisi è raccontata come una
cittadina laboriosa, spinta verso un importante sviluppo
demografico ed economico dalle varie attività
legate al porto. Dai racconti, dalle cronache e dalla
documentazione storica si evince una crescente presenza
di botteghe artigiane, in particolare quelle legate
alla realizzazione di botti per il trasporto del vino,
ma anche di uffici di spedizioni, agenzie di navigazione,
negozi, alberghi e ristoranti. Si viveva secondo i canoni
della Belle Epoque, un lungo periodo
di pace e di prosperità legato ai progressi della
tecnica e della scienza che si protrasse sino ai primi
anni trenta.
Caffè Fiamma nei pressi
di Piazza Cairoli
Il benessere veniva
vissuto soprattutto dalla borghesia locale che in quegli
anni sceglieva come principali luoghi di incontro i
cosiddetti Caffè - il più famoso era il
Caprez su corso Garibaldi - e i circoli
ricreativi, qui si completava la serata seduti a tavoli
a leggere giornali o a giocava a carte in salette appartate,
specialmente a baccarà e poker, con livelli di
puntate di gioco anche molto pesanti e che talvolta
causavano la perdita di importanti patrimoni immobiliari.
Di questi locali in città se ne contavano almeno
una decina, non pochi considerando una popolazione di
ventimila abitanti, tra i più noti vi erano il
Cittadino e l’Adriatico
(presieduti da Pietro Roccella), l’Umberto
I, l’Alfieri e il Gustavo
Modena (intitolato ad un famoso attore drammatico
dell’epoca), molti di questi circoli disponevano
persino di teatrini dove si svolgevano rappresentazioni
e recite di dilettanti e professionisti.
Il più organizzato era certamente il Circolo
Goldoni, presieduto da Felice D’Errico,
che oltre ad avere un piccolo teatro al suo interno,
destinato sia ai soci che a compagnie drammatiche e
comiche, nel 1899 inaugurò anche un nuovo ed
elegante teatro probabilmente nel locale seminterrato
di piazza Dante, oggi utilizzato come pizzeria, dove
sull’arco d’ingresso ancora si legge “Filodrammatico
Goldoni”.
Era particolarmente
frequentato anche il cosiddetto Circolo Fra
Negozianti Vini, di cui facevano parte produttori,
mediatori e commercianti che proprio in quegli anni
avviavano l’esportazione di vino e spiriti in
Germania, Austria e Ungheria.
Il Cinema Eden a piazza Cairoli
Erano frequenti gli
eventi organizzati per beneficenza, soprattutto durante
il periodo di carnevale quando si avviava una sorta
di gara di solidarietà cittadina a favore dei
più bisognosi: nei teatrini dei Circoli si svolgevano
spettacoli di genere diverso per promuovere le attività
assistenziali a favore dei più poveri, anche
la Spettabile Società Operaia Indipendente
svolgeva una raccolta fondi per poi consegnare a domicilio,
alle famiglie più bisognose della città,
“razioni di pasta, pane, lardo, formaggio
e conserva”. Importante anche il contributo
dei giovani aderenti al Circolo Umberto I che fornivano
“minestre di fagioli e pezzi di pane”
ai poveri. Analoghe iniziative, ma con un numero maggiore
di partecipanti, si svolgevano nel Teatro del
Festival, nato ai primi del 1900: qui venivano
promossi spettacoli di varietà e serate danzanti
limitate “alle sole persone invitate, tra
il fior fiore della nostra cittadinanza".
Una forte polemica scoppiò per l’organizzazione
di “riffe dei polli, caccia, vini, giocattoli,
ginnastica, cuccagne, ecc. con le quali il pubblico
troverebbe come divertirsi e con poca spesa":
un funzionario si oppose energicamente al programma
voluto dagli impresari teatrali che avevano peraltro
promesso di prelevare dagli incassi 500 lire da destinare
a beneficio dell'ospedale e per la distribuzione di
200 kg di pane tra i poveri della città. Qui
si esibì inoltre una compagnia di Chanteuse
e “il celebre Pickman, creatore
delle famose esperienze di lettura del pensiero”.
Durante lo stesso anno, con la gestione affidata all’esperto
Vincenzo Garzia, il teatro fu convertito
in Politeama Manzoni, continuando a
proporre operette e varietà ma di qualità
superiore rispetto al periodo precedente: è rimasto
alle cronache il trionfo conseguito dalla compagnia
di Annina Scarano, ne facevano parte
anche gli artisti Ferdinando De Gennaro
e il baritono Vincenzo Parisi, che
con l’operetta “Fan-fan la Tulipe”
registrò il tutto esaurito ad ogni replica. Nello
stesso teatro a fine giugno si esibì la nota
Compagnia Artistica del Prof. Antonio Les Colibris,
“composta da venti persone, tra loro cinque
donne e dieci nani".
Teatro Verdi
Oltre al Manzoni
erano attivi altri due teatri cittadini meno noti, il
Recreo, dove si svolgevano anche corsi
di recitazioni intrapresi dalla compagnia diretta da
Felice Ambrosioni, e il Teatro
S.Carlino (sito in piazza Anime, di proprietà
di Michele Beccaro) dove si esibivano
“discrete compagnie di prosa, di musica e
di varietà” come la “simpatica
compagnia Menichelli”, e dove si organizzavano
conferenze e riunioni di partiti politici. Per un breve
periodo tra il 1901 e il 1902 risulta funzionante un
teatro Pacuvio, che non era certamente il comunale di
via Angioli chiuso nel 1888 (leggi),
ma doveva essere un ennesimo teatrino che prese lo stesso
nome.
Il forte interesse del pubblico verso le rappresentazioni
teatrali favorì l’apertura di nuove sale:
il 21 gennaio del 1903 a piazza Cairoli venne inaugurato
il Politeama Bellini, un teatro in
legno ideato e realizzato dall'imprenditore Domenico
Velardi, che anticipò di alcuni mesi
l'apertura ufficiale del vicino teatro comunale intitolato
a Giuseppe Verdi. Il Bellini ha svolto
tranquillamente la sua attività sino a tutto
il 1911, nonostante la "concorrenza" del vicino
lirico. Nel 1925 su quest’area fu costruita, in
muratura e ferro, una nuova sala cinematografica che
inizialmente prese il nome Eden e nel
1936, per motivi di ordine pubblico, fu denominata Impero.
La sala registrò sempre un buon successo di pubblico
anche quando, nel 1966, entrò in funzione l'attuale
stabile in via dè Terribile.
Il Cinema Impero (già
Eden) a piazza Cairoli
Tornando ai primi
del ‘900, nell'odierna piazza della Vittoria si
proiettavano i primi film nella Sala Edison
di Francesco Saponaro, detto l’umbrellaru,
precedute e seguite da spettacoli di rivista con la
partecipazione di “sciantose”. Non lontano,
su corso Garibaldi, funzionava per un pubblico più
raffinato la Sala Radium diretta da
Alberto Monticelli, un luogo dove l'alta
borghesia aveva preso a ritrovarsi.
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Arena
Italia (foto Cosimo Prudentino) |
Arena Adriatica |
Teatro Verdi
e cinema Eden |
Nel giugno
del 1912 su corso Umberto angolo via Cesare Braico,
dove oggi sorge un noto negozio di libri, fu avviata
la costruzione di un nuovo politeama intitolato "Duca
degli Abruzzi", un edificio in legno a
due piani con tre file di palchi, una vasta platea,
un grande loggione che poteva contenere sino a duemila
persone. Gli spettacoli lirici, cinematografici e di
rivista iniziarono il 22 marzo dell’anno dopo.
Nonostante un incendio che lo trasformò in Arena
Margherita, l'affluenza di pubblico e la qualità
delle rappresentazioni non subirono conseguenze, anzi
si registrava il tutto esaurito durante i mesi estivi.
Il piacere di guardare i film sotto le stelle proseguì
anche nel secondo dopoguerra, quando furono aperti altri
due cinema all’aperto: su piazza Cairoli vi era
l’Arena Italia gestita da Gianni
Piliego, mentre tra via Sacramento e via Annunziata
sorgeva l’Arena Adriatica, rimasta
attiva sino ai primi anni ’70 quando fu convertita
in parcheggio com’è attualmente impiegato
l’ampio spazio in pendio.
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Politeama Duca
degli Abruzzi |
Cinema Teatro
Mazari 1914 |
Cinema Teatro
Mazari, interno |
Nel maggio del 1914
a piazza del Popolo fu inaugurato il cinema-teatro
Mazari, dell’avvocato Arturo
Mazari, una costruzione in stile Liberty progettata
dell'ing. Tarchioni che conteneva 500
posti di platea, 150 posti di anfiteatro su due piani
e 50 posti in piedi. Spettacoli di varietà ed
operette si alternavano alle proiezioni cinematografiche
sino al 1967, quando per il risanamento urbanistico
dell'area, la costruzione venne demolita. E con questo
furono ben tre i teatri in città ad essere abbattuti
nell’arco di ottant’anni.
In una sua pubblicazione
il prof. Alberto Del Sordo ricorda
anche il teatrino delle marionette,
un baraccone in legno in funzione nei pressi dell'attuale
scuola elementare Perasso sino al 1910, quindi nella
zona destinata ad ospitare il Liceo Ginnasio fino al
1931.
Dopo tale data e sino all'inizio della seconda guerra
mondiale è stato gestito in un caseggiato al
piano terra di via Annunziata.
Teatro delle marionetti di Corelli
nei pressi delle Sciabiche
Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.81 del 18/01/2019
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