LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
IL
VECCHIO TEATRO VERDI
1901 - 1960
Il primo teatro comunale intitolato
a Giuseppe Verdi sorgeva sul corso Umberto, angolo con
piazza Cairoli, e confinava con le vie Mazzini e Masaniello.
Copriva una superficie di 1300 mq e l'intero suolo,
nelle linee di confine, era di 2100 mq. La sua costruzione
richiese nove anni, dal marzo 1892 al marzo 1901. Il
progetto originario dell'ing. Achille Sfondrini di Milano,
per un costo di 257.000 lire, fu notevolmente rivisto
e modificato, in corso d'opera, dall'ing. Corrado Pergolesi
di Ancona; e nella fase di completamento dagli ingegneri
brindisini Antonio Rubini, Luigi D'Ippolito e Lorenzo
Calabrese.
Il Teatro Verdi nel 1910
L'intenzione era quella di intitolarlo
a Dante (gli affreschi interni della cupola rappresentavano
episodi della Divina Commedia); lo studioso di storia
locale Baldassarre Terribile propose di dargli il nome
del grande musicista di San Vito dei Normanni Leonardo
Leo (1694-1744); prevalse l'opinione del giornalista
Edoardo Pedio di intitolarlo a Giuseppe Verdi, appena
scomparso (febbraio 1901).
Il primo spettacolo - un concerto di musiche di Verdi
- fu tenuto il 24 marzo del 1901, proprio per commemorare
il grande musicista di Busseto; l'inaugurazione della
prima stagione lirica avvenne invece il 17 ottobre 1903,
con la rappresentazione della "Traviata".
Pur essendo un teatro lirico, il "Verdi" ha
ospitato nella sua breve vita (55 anni), in prevalenza
spettacoli diversi dalle opere liriche: cinema, prosa,
varietà, operette, conferenze, comizi, adunanze,
fiere, oltre a feste e veglioni. In effetti, le uniche
stagioni liriche che hanno lasciato un ricordo degno
di nota sono state quelle dell'inaugurazione (1903-04)
e dei festeggiamenti per l'elevazione di Brindisi a
capoluogo della provincia (1926-27).
Teatro Verdi - interno
Il teatro "Verdi" fu danneggiato
durante l'ultima guerra mondiale da bombe esplose nelle
vicinanze, e più volte riparato tra il 1949 e
il 1951. Il 19 aprile 1951 l'ingegnere capo del Comune
Ugo d'Alonzo propose di demolirlo e ricostruirlo altrove;
il 21 luglio dello stesso anno una commissione di cui
facevano parte tecnici del Genio Civile, della Provincia
e dell'Ordine degli Ingegneri confermò che il
"Verdi" non rispondeva più alle esigenze
per le quali era stato costruito, che non era un monumento
degno di essere conservato, e che l'area di grande valore
in cui si trovava poteva essere meglio utilizzata. La
struttura continuò comunque a funzionare come
cinema, finché il 23 agosto 1956 la Prefettura
ne dispose la chiusura.
Nel 1959 il Commissario Straordinario
al Comune ordinò la demolizione del "Verdi"
(che fu eseguita dal febbraio all'aprile 1960 - leggi
la storia), suscitando il vivo rammarico di quei
cittadini che, sensibili ai pregi artistici e storici
del teatro, ne auspicavano il restauro e la conservazione.
Solo qualche anno prima, nel febbraio 1956, era stato
demolito in piazza Sedile un altro "monumento"
cui i brindisini erano particolarmente affezionati:
la barocca Torre dell'Orologio, simbolo dell'orgoglio
comunale e uno dei luoghi privilegiati delle memorie
cittadine.
Testo di Roberto Piliego
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