LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA
24 Marzo 1901
APRE IL TEATRO VERDI: DUE ANNI PRIMA DELLA VERA INAUGURAZIONE
Quella ufficiale avvenne nellottobre 1903, ma
quel giorno il teatro comunale venne aperto
per commemorare Giuseppe Verdi. E ancora dopo per conferenze,
comizi e serate di cinematografo
Sono trascorsi centoventi
anni dal primo concerto tenuto nel "vecchio"
Teatro Verdi di Brindisi, ma i cittadini dovettero attendere
ancora altri due anni prima di poterlo inaugurare ufficialmente.
La sua lunga e tormentata costruzione era stata avviata
il 28 marzo del 1892, ben nove anni prima, e dopo tante
polemiche, solleciti e persino la morte dell'operaio
Giovanni Forcignanò, caduto dalle impalcature,
finalmente i battenti del nuovo teatro comunale si aprirono
il 24 marzo del 1901, in occasione del concerto organizzato
per commemorare Giuseppe Verdi, lo straordinario
musicista e operista italiano scomparso poche settimane
prima. L'onda emotiva generata dell'enorme perdita artistica
determinò la scelta di intitolare il nuovo teatro
al Grande Maestro, una proposta fortemente sostenuta
dal giornalista e studioso Edoardo Pedio, avanzata
sulle pagine del settimanale locale "La Città
di Brindisi", in netto contrasto con l'idea dell'avvocato
e studioso di storia patria Baldassarre Terribile,
che invece sosteneva l'idea di omaggiare il compositore
di origini sanvitesi Leonardo Leo (1694-1744),
gloria locale nonché promotore della celebre
scuola musicale napoletana. Tra i due vi fu un lungo
e autorevole scambio di opinioni, un confronto svolto
sempre con toni garbati e rispetto reciproco che appassionò
i lettori del giornale locale per circa tre mesi, nonostante
il 16 febbraio il Consiglio Comunale avesse già
approvato, con eccezionale rapidità, la proposta
della Giunta di intitolare il teatro all'immortale Genio
di Busseto. Nell'occasione il Pedio scrisse "Auguro
che possa il nuovo teatro Giuseppe Verdi avere la fortuna
del nome che porta", purtroppo così
non è stato.
Il vecchio Teatro Verdi dall'esterno
In origine l'intenzione
era di dedicare l'erigenda costruzione a Dante Alighieri,
infatti la cupola era stata interamente decorata, dal
pittore romano Mario Spinetti, con alcuni episodi della
Divina Commedia.
L'opera pubblica costata complessivamente 257mila lire,
era stata progettata dall'ingegnere milanese Achille
Sfondrini, poi sostituito in corso d'opera (dopo
non poche controversie) dapprima dall' ing. Corrado
Pergolesi di Ancona e quindi in fase di completamento
dagli ingegneri brindisini Antonio Rubini, Luigi
D'Ippolito e Lorenzo Calabrese, che rivisitarono
e modificarono notevolmente il progetto originale.
Il teatro sorto su corso Umberto I, angolo con piazza
Cairoli, si sviluppava su una superficie di 1300 metri
quadri e l'intero suolo, nelle linee di confine, copriva
circa 2100 mq. Si presentava maestoso "con la
sua grande cupola, elegante con il suo porticato, per
una sobria ma armonica architettura [
] era
dotato di 65 palchi, suddivisi in tre ordini, di un
grande salone in grado di ospitare conferenze e balli
e di diverse sale più piccole (sala caffè,
sala biliardo). Era capace di 1.300 persone che potevano
trovare posto in platea, nel popolare loggione o nel
centralissimo e incoronato palco reale" (E.
Martinelli, 2013).
Teatro Verdi, il frontone del
palcoscenico (al centro la decorazione dell'arcoscenico
riprodotta in basso)
Alle ore 14.30 di
domenica 24 marzo 1901 ebbe inizio il primo evento in
assoluto all'interno della nuova struttura ancora non
del tutto completata, una manifestazione di beneficenza
organizzata dal Patronato Scolastico: la cerimonia prevedeva
la commemorazione del grande compositore scomparso due
mesi prima con lo scopo di "trarre un beneficio
per i nostri fanciulli poveri, impossibilitati a frequentare
le scuole, perché devono invece col lavoro procacciarsi
il proprio sostentamento, non potendo le loro famiglie
mantenerli inoperosi". I biglietti erano stati
messi in vendita da alcuni giorni presso il botteghino
del teatro, l'ingresso semplice costava 50 centesimi
e 30 la galleria, i palchi di prima, seconda e terza
fila 8 lire, 6 i palchi laterali, le poltrone e le poltroncine
costavano rispettivamente 2 e 1 lira, le sedie mezza
lira. Fu l'ing. Lorenzo Calabrese, presentato dal cav.
Cesare Bianchi, a pronunciare il discorso commemorativo
che riscosse applausi e consensi "dall'uditorio
scelto e numeroso" presente in sala, tra cui l'onorevole
Pietro Chimienti, il noto parlamentare locale
nonché docente universitario di Diritto costituzionale.
Grande successo ebbe soprattutto il "rinomatissimo
Concerto" della Fanfara del 45° Reggimento
Fanteria, diretto dal maestro Carmelo Preite,
che eseguì diversi brani di musica verdiana.
Nonostante alcune pecche organizzative, "i soliti
ed indispensabili intoppi di speciale nostra privativa",
la cerimonia riuscì ad ottenere gli elogi dalla
critica, nelle cronache giornalistiche di quel tempo
si leggono "lodi sincere" tributati
ai musicisti e ai componenti del comitato organizzatore
presieduto da Alfredo Mazari Villanova, in particolare
a Guglielmo Musciacco e Alberto Monticelli
per l'impegno logistico dimostrato.
Teatro Verdi, interno con il
pubblico
Manifestazione nel Teatro Verdi
L'inaugurazione ufficiale
si svolse solo due anni e mezzo dopo, il 17 ottobre
del 1903, con la rappresentazione dell'opera verdiana
"Traviata", in realtà il teatro era
stato aperto già altre volte per ospitare conferenze,
comizi e serate di cinematografo per beneficenza, come
avvenne il 18 febbraio del 1903 con uno spettacolo a
favore dei poveri della Congregazione della Carità,
in quell'occasione l'apparecchio di proiezione fu prestato
da Eugenio Dacomo, proprietario di un cinematografo
ambulante chiamato "Eden".
Il Comune, in vista dell'apertura ufficiale, aveva nominato
come agente teatrale Vincenzo Garzia e come impresario
il giovane brindisino "appassionato cultore
di musica" Arturo Mazari, questi, per
la prima stagione lirica, volle scritturare la Compagnia
del maestro Carlo Scalisi, già direttore
d'orchestra del Teatro San Carlo di Napoli. L'inesperto
ma coraggioso avvocato Mazari dimostrò ottime
capacità gestionali, rischiando persino i propri
capitali per dare finalmente alla città un teatro
inaugurato e una serie di rappresentazioni liriche importanti
(Rigoletto di Verdi, La bohème di Puccini, Lucia
di Lammermoor di Donizetti e la Cavalleria rusticana
di Mascagni) che tanto piacquero al numeroso pubblico
partecipante.
La bellissima e tanto sospirata serata inaugurale vide
un teatro "affollatissimo, v'erano tutte le
Autorità, molti forestieri, ed un numero infinito
di Signore e Signorine, vestite con abiti lussuosi e
degni di quell'ambiente oltremodo aristocratico".
Teatro Verdi, manifestazione
gioventu del littorio
Teatro Verdi, veglione Opera
Nazionale Dopolavoro del 1936
Durante la sua breve
esistenza, il Teatro Verdi è stato sempre utilizzato
in maniera saltuaria, senza essere mai identificato
con un genere prevalente di spettacolo. Furono solo
cinque le stagioni liriche organizzate nei primi dodici
anni di attività: nonostante l'ottimo successo
della stagione inaugurale, già nel 1904 il teatro
venne aperto solamente per due spettacoli! Ciò
fu determinato "dall'evidente disinteresse e
la scarsa disponibilità dell'amministrazione
comunale, che sarà una costante per tutta la
vita del teatro" (E. Amoruso, 1986). Solo in
occasione della "Fiera Campionaria di vini e olii",
inaugurata il 2 maggio 1906, il Comune si impegno con
un considerevole finanziamento allo scopo di "offrire
maggiori attrattive ai visitatori" e organizzare
serate di gala in onore delle autorità, tra cui
la prima del "Don Pasquale".
Successivamente furono ospitati prevalentemente spettacoli
d'intrattenimento di vario genere: prosa, varietà,
operette, conferenze, comizi, adunanze, fiere, feste
e veglioni. Su quel palco si esibirono importanti compagnie
e artisti del calibro di Ermete Novelli, Alfredo
De Sanctis, Gustavo Salvini, Edoardo Scarpetta,
Raffaele Viviani, Paola Borboni, Alida
Valli, Vittorio De Sica e Nino Taranto
per il teatro di prosa, il famoso "trasformista"
di fama internazionale Leopoldo Fregoli, il trio
dei fratelli De Vico per l'avanspettacolo, mentre
per la lirica è degna di nota la grande serata
di debutto nella Traviata del giovane tenore brindisino
Giuseppe Piliego, che segnò l'avvio di
una straordinaria carriera mondiale.
Teatro Verdi, gran ballo di carnevale
Teatro Verdi, artisti e pubblico
al termine di un concerto del 1926 (arch. Cosimo Prudentino)
Restano impressi alla
memoria storica della città sia il grande evento
organizzato per festeggiare l'elevazione di Brindisi
a capoluogo della provincia, ma soprattutto la serata
del 13 giugno 1926, quando si tenne un concerto per
la raccolta fondi da destinare alla costruzione del
Monumento al Marinaio d'Italia "sotto gli auspici
di quel Divo dell'Arte del Canto, che risponde al nome
di Tito Schipa".
"Nel Verdi si è respirato l'odore pesante
dei sigari ed il profumo di acque di colonie per 50
anni - racconta il sociologo Emanuele Amoruso
- un ricordo che accresce la nostalgia e forse alimenta
il rimpianto di non avere, allora, fatto qualcosa per
l'oggi". Infatti, dopo più di tre anni
di abbandono, nel febbraio del 1960 furono avviati i
lavori di demolizione, a maggio del Teatro Verdi non
vi era più traccia.
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Lo staff del Teatro Verdi
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Decorazione dell'arcoscenico
del teatro
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Giovanni Membola
per Il 7 Magazine n.192 del 26/03/2021
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primo teatro comunale
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