LE NOSTRE TRADIZIONI
LA
PROCESSIONE DEL CAVALLO PARATO - CORPUS DOMINI
Questa singolare usanza religiosa è
stata celebrata per circa otto secoli, sino al 2018,
in occasione del Corpus Domini, quando il Vescovo
portava in processione il Sacramento per le vie principali
della citta' montando su un cavallo bianco parato, a
ricordo di un'antica tradizione che ha origine tra il
1248 e il 1254.
Mons. Caliandro durante il Corpus
Domini del 2016
La solenne processione del Corpus
Domini prendeva via da piazza Duomo, gremita
di fedeli, e precisamente dall’ingresso del Palazzo
del Seminario, dove L'Arcivescovo di Brindisi-Ostuni
sulla groppa di un cavallo bianco "parato",
viene accompagnato dal clero, dalle autorità
locali civili e militari e dai rappresentanti dell'Ordine
dei Cavalieri di Malta (Ospedalieri) e dell'Ordine Equestre
del Santo Sepolcro di Gerusalemme che reggono le sei
aste del baldacchino.
La processione equestre percorreva le strade che conducono
sul lungomare. Qui durante il periodo della guerra del
1915-18 - quando il porto era affollato di navi militari
- alla cerimonia della benedizione eucaristica, la flotta
rispondeva con ventuno salve di artiglieria.
Il Corpus dal 2019 continua ad essere
clebrato con una normale processione eucaristica, come
in ogni altro luogo, e procede a piedi sui corsi principali
per fare ritorno nella piazza della Cattedrale.
In precedenza lo stesso tragitto, veniva percorso dall'Arcivescovo
di Brindisi sul dorso di un cavallo bianco che camminava
su un tappeto di petali di fiori e con tanti i balconi
riccamente addobbati con drappi e coperte. La folla
dei fedeli si assiepava numerosa ai lati delle strade
e accompagnava la processione sino al suo rientro in
Cattedrale.
Mons. Orazio Semeraro durante
il Corpus Domini del 1970
Il secolare evento eraunico nel suo
genere in quanto solo a Brindisi il Corpus Domini veniva
condotto sul dorso di un cavallo. Alle radici della
tradizione vi sarebbe la circostanza che ricorda l'approdo
difficoltoso a Brindisi di Luigi IX
re di Francia, di ritorno dall'Egitto durante la settima
crociata (1248-1254). Il "re santo", così
conosciuto per la sua successiva santificazione, dopo
la conquista della città di Damietta in Egitto,
nel 1250 decise un attacco al Cairo, ma venne sconfitto
e fatto prigioniero durante la battaglia di El-Mansura
(5 e 6 aprile). Per il suo rilascio dovette restituire
la città conquistata e versare un milione di
scudi di riscatto, e, secondo il racconto popolare,
avrebbe lasciato in pegno l'Eucarestia.
Di ritorno in Italia il sovrano sarebbe approdato a
Brindisi dove ottenne la somma necessaria da Federico
II, quindi tornato dal Saladino, questi gli avrebbe
reso il sacro pegno rinunciando al riscatto, come premio
della sua fede e lealta'.
Le monete d'oro e d'argento, coniate appositamente dall'imperatore
nella zecca di Brindisi, furono poi denominate "tornesi",
essendo "tornati" nel regno.
Nel
rientro in Italia (1250) la sua nave sarebbe stata sospinta,
dal vento o da una forte mareggiata, sullo "scoglio"
di un promontorio della costa a circa 3 miglia a sud
di Brindisi, sulla Cronaca di S. Antonino di Firenze
(1389-1459) si legge: "… dopo la terza
notte di navigazione, alle prime luci del giorno, la
nave che conduceva il Re andò ad urtare ripetutamente
contro uno scoglio o lingua di terra, e così
violentissimamemente che i marinai e tutti gli altri
che erano a bordo ritennero per certo di essere sul
punto di naufragare. Atterriti dal fortissimo e rovinoso
urto, i Sacerdoti e tutti gli altri trovarono invece
che il santissimo Re era tranquillamente assorto a pregare
innanzi al Corpo di Cristo: e fu ferma convinzione di
tutti che soltanto per i di lui meriti e per le di lui
preghiere, l'onnipotente Iddio li aveva scampati da
quel pericolo mortale".
Qui si recò l'Arcivescovo Pietro III,
che essendo molto vecchio montava su un cavallo bianco;
ricevuta l'Eucaristia l'avrebbe portata in processione
verso la città, sul destriero tenuto dalle briglie
dai reali Federico II e Luigi
IX con il seguito del popolo.
Istituita nel 1264 la festa del Corpus
Domini, e volendo conservare memoria dell'avvenimento,
si ottenne il privilegio di continuare nel corteo processionale
del Santissimo Sacramento sul dorso di un cavallo bianco,
una funzione conservata per oltre sette secoli e mezzo
e interrotta purtroppo nel 2018, nell'occasione della
caduta da cavallo dell'arcivescovo Domenico Caliandro.
A ciò si aggiunga il furto del prezioso ostensorio
del pellicano mistico, realizzato nel 1706 dall'argentiere
Antonio Alvino e per secoli utilizzato dai vescovi di
Brindisi nelle processioni del Corpus Domini, avvenuto
nel marzo 2023 insieme ad altri oggetti sacri trafugati
dal Museo diocesano.
Secondo la credenza popolare, sul punto
della spiaggia dove il cavallo pose le zampe durante
il trasbordo dell'Eucaristia, sono rimaste delle fossette
con la forma tipica dell'orma, e da qui sgorgava acqua
dolce. Il promontorio da allora è chiamato Capo
o Punta Cavallo.
In
prossimità dello "scoglio" fu successivamente
realizzata una torre "a devozione" dell'evento,
portata a termine da Carlo I d'Angiò
cinque anni dopo la morte del fratello Luigi IX. Sulla
porta della torre era scolpita su marmo una effigie
di un calice con l'ostia, la stessa che probabilmente
fu ritrovata poco lontano dall'archeologo Giovanni Tarantini
alla fine dell'800.
Nel XVI secolo Carlo V fece edificare
una nuova torre, che insieme alle altre sul litorale
era adibita alla difesa della costa.
Oggi la zona è a ridosso dell'area industriale,
quindi non facilmente accessibile. Sono ancora visibili
i resti delle batterie militari realizzate ed utilizzate
durante le guerre mondiali. (scheda
su Torre Cavallo)
Come in ogni leggenda di origine popolare
anche in questo racconto vi sono alcuni punti non confermati
ed accertati. Nel tardo '400 la data dell'approdo a
Punta Cavallo era ritenuta il 1252 (o il 1254), solo
successivamente si è parlato del 1250: lo sbarco
sarebbe avvenuto nel maggio-giugno, giusto pochi mesi
prima della morte dell'imperatore svevo, avvenuta il
13 dicembre, come se la storia sia stata volutamente
modificata (anticipata) per essere arricchita dell'importante
figura storiche dell'epoca. Anche delle monete coniate
per il riscatto non si ha certezza, nessun esemplare
è stato mai ritrovato.
Il Corpus Domini nel 1955
L'unico riscontro dell'arrivo nel porto di Brindisi
della nave francese è riportato nelle cronache
dell’epoca che indicano il luogo dello sbarco
dopo circa 850 miglia di navigazione (circa tre giorni),
la giusta distanza tra la città pugliese e Damietta;
inoltre nessun’altra località si conserva
il ricordo dell’arrivo del re di Francia, solo
i brindisini hanno mantenuto la memoria di questo episodio.
Un'altra curiosità è rappresentata dalla
Costituzione di Papa Giovanni XXII della processione
del Corpus Domini (1316), resa "obbligatoria"
su uno spazio di "tre miglia", la stessa distanza
percorsa dalla processione brindisina dopo lo sbarco
dell'Eucaristia nel 1250. Per alcuni Autori questa potrebbe
non essere una "casuale coincidenza".
Secondo alcuni storici il racconto potrebbe anche essere
un risultato che ha voluto conciliare culture antagoniste
come la laica (rappresentata da Federico II) e la cristiana
(nella figura di Luigi IX, poi santificato); un'altra
ipotesi riguarda la centralità del cavallo, una
sorta di riconoscimento sacro alle crociate (come elemento
di fede), che nella città di Brindisi e nel suo
porto hanno lasciato diversi importanti riferimenti.
Da qui infatti partì la sesta
crociata (1227-1229) guidata proprio da Federico
II.
La storia, fortemente contaminata dal
valore simbolico della leggenda fondativa, non manca
di anacronismi e forti contraddizioni. La crociata tutta
francese di Luigi IX non ha mai toccato le coste italiane
(ha solo fatto scalo a Pantelleria), inoltre il sovrano
venne sconfitto dal sultano d'Egitto al-Salih Ayyub,
e non dal Saladino, deceduto già da qualche tempo.
Anche Federico II all'epoca dei fatti viveva un momento
molto travagliato, morì infatti proprio nel dicembre
di quell'anno. Probabilmente i personaggi furono inseriti
nella narrazione per aumentarne il fascino e la magnificenza,
come spesso accade nel racconto popolare, soprattutto
nel medioevo.
"La ricerca della verità storica
- afferma il prof. Giuseppe Marella - nulla intende
togliere alla tradizione religiosa, che rappresenta
un forte e fondamentale collante per la comunità".
Le leggende, infatti, hanno alla base qualcosa di realmente
accaduto, sono racconti saldati alla realtà anche
se molto distanti, in cui un fatto è stato trasformato,
esagerato o abbellito per rimanere ancorato nella memoria
collettiva.
Federico II, che nelle prime cronache risalenti al Cinquecento
era l'unico protagonista della vicenda, venne "sostituito"
da Luigi IX solamente dopo il Concilio di Trento, quando
si decise di armonizzare i riti di tutto il mondo cattolico,
probabilmente in quella fase, dovendo chiedere a Roma
l'autorizzazione a proseguire il rito del cavallo parato,
era inopportuno legare le sue origini a un imperatore
morto scomunicato, si inserì così la figura
del re francese utilizzando alcuni elementi certi: era
vero che aveva combattuto contro gli arabi (Federico
invece aveva stretto un accordo diplomatico), che era
stato fatto prigioniero ed era stato pagato un riscatto
(il denaro in buona parte gli fu prestato dai Templari
in Terra Santa), com'era vero che nel viaggio di ritorno
c'era stato un naufragio, avvenuto però sull'isola
di Cipro, dove il re sbarcò con l'Eucarestia.
Inoltre, il culto di san Luigi dei francesi era ben
radicato in Brindisi.
Il solenne cerimoniale durante i suoi otto secoli di
storia ha subito solo una breve sospensione, dal 1964
al 1969, decretata dalla Sacra Congregazione dei Riti,
ma ha inoltre superato vari importati "esami"
da parte delle Gerarchie ecclesiastiche, l'ultimo dei
quali durante il Concilio Vaticano II, ed è stata
sempre legittimata la dignità conferita agli
arcivescovi di Brindisi di portare il Corpo di Cristo
sul dorso di un animale.
Oltretutto non si può mettere in dubbio l'avvenimento,
tramandato da numerose cronache del tempo e sul quale
si sono espressi validi studiosi di costumi e riti.
Di sicuro il naufragio è avvenuto: il "principe"
che ne fu vittima e di cui non si conosce l'identità,
volle donare alla Cattedrale alcuni oggetti orientali
di pregevole fattura come ringraziamento per lo scampato
pericolo. Conservati nel reliquiario brindisino e fatti
esaminare da Giovanni Tarantini verso la fine dell'800,
si confermarono risalenti al XIII secolo. Inoltre, da
quanto affermato dall'illustre archeologo brindisino,
il nobile portava con sé anche un'Ostia consacrata.
"Il racconto popolare che riguarda
la processione del Corpus Domini, trasmesso oralmente
sino alla fine del Trecento e solo successivamente trascritto
sulle cronache, vede dialogare insieme tre personaggi
fondamentali: un re santo come Luigi IX, un campione
della laicità quale Federico II e un sovrano
mussulmano. A prescindere dalle circostanze che hanno
determinato l'origine del rito, nella processione del
Cavallo Parato è insito il messaggio di pace
e il desiderio di un dialogo costruttivo, valori che
assumono ancora maggiore importanza in questo periodo,
in un Mediterraneo scisso e diviso dai conflitti. Ci
sono perciò i requisiti essenziali per candidare
la santa processione a Patrimonio Immateriale dell'Umanità
dell'Uniesco " asserisce il prof. Giacomo Carito,
presidente della sezione di Brindisi della Società
di Storia Patria per la Puglia. "E' un atto
dovuto per quanto ci è stato tramandato come
eredità culturale, e che abbiamo il dovere di
trasmettere alle nuove generazioni".
La tradizione cattolica della processione,
da non intendere come una manifestazione folcloristica
della religione, rappresenta invece sin dall'antichità
l'elemento identitario per eccellenza della città,
a cui il popolo è ancestralmente legato e che
non ha mai distolto i fedeli dal suo reale significato.
Al centro di tutto c'è sempre il Santissimo Sacramento:
il passaggio tra le strade principali dell'Eucarestia
è una esperienza di fede che alimenta il senso
della cristianità nella gente.
Sarebbe opportuno, dunque, individuare soluzioni adeguate
a garantire la continuità del rito.
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Foto:
1 e 2 - L'Arcivescovo sale a cavallo e indossa il
pallio (vestizione nel Palazzo del Seminario)
3 e 4 - Il Vescovo riceve il Santissimo Sacramento
5 e 6 - La solenne processione parte dal Palazzo
del Seminario in Piazza Duomo
7 - La processione percorre via Montenegro
8, 9 e 10 - La processione percorre il lungomare
Regina Margherita
10 - La processione sulla via pincipale della città
12 - Il Corpus Domini nei pressi della scalinata
delle Colonne del porto |
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Bibliografia
» Giuseppe Roma, Brundusina - ritorna
il cavallo parato, Brindisi 1969
» Giacomo Carito, Brindisi. Nuova Guida,
Brindisi 1993-94
» Giacomo Carito, Brindisi in età
sveva, in Federico II e Terra d'Otranto
(Atti del secondo convegno nazionale di ricerca
storica, Brindisi 16-17 dicembre 1994) Brindisi
2000
» Fulvio Bramato, Itinerari crociati in
terra d'Otranto. Documenti, monumenti, tradizioni.
La via Traiana, in Verso Gerusalemme
(Atti del II Convegno internazionale nel IX centenario
della prima crociata - Bari, 11-13 gennaio 1999),
a cura di F. Cardini - M. Belloli - B. Vetere, Lecce
2001 - Sul
Web |
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