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LE STORIE DELLA NOSTRA STORIA

L'economia brindisina nel 1910


Piazza Fontana (oggi Piazza della Vittoria) nel 1908

1. Introduzione

Questa breve panoramica dell’economia di Brindisi nel 1910, fondata soprattutto sull’analisi statistica, si propone un duplice obiettivo: mostrare i cambiamenti intervenuti a Brindisi in un secolo ricco di avvenimenti (due guerre mondiali, l’elevazione nel 1927 della Città a capoluogo di provincia, la nascita nel secondo dopoguerra dell’area di sviluppo industriale e del polo energetico), e mettere sempre più in evidenza le tradizioni e le vocazioni più genuine del territorio, tra le quali la viticoltura di qualità ha un posto di assoluta preminenza.

L’importanza della coltivazione della vite e della produzione del vino nella trimillenaria storia di Brindisi è attestata, oltre che dallo storico Strabone, da eruditi come Gaio Plinio Secondo e Marco Terenzio Varrone. E’ testimoniata anche dalle fornaci di Apani e Giancola, che risalgono al I secolo a. C., nelle quali si producevano in grande quantità le ànfore per il trasporto in numerosi Paesi del Mediterraneo non solo del vino, ma pure dell’olio e dei cereali, oltre che il vasellame per uso domestico (scheda).

Già nel 1870, l’illustre archeologo brindisino mons. Giovanni Tarantini segnalò le fornaci di epoca romana, molto prossime alla via Minucia; il cui tracciato sarebbe stato poi utilizzato dall’imperatore Traiano per la costruzione della strada, che da lui prese il nome, per il collegamento diretto - e soprattutto più rapido rispetto alla via Appia - di Brindisi con Roma.

Ma lo studio vuole raggiungere anche un altro risultato, non meno importante: ricordare i commercianti, gli artigiani, gli industriali, tutti gli altri numerosi operatori economici (mediatori, spedizionieri, titolari di studi professionali) e i loro eredi, che sono riusciti a superare il secolo di attività lavorando con serietà, tenacia, attenzione alle esigenze dei consumatori e ai problemi sociali ed economici di un periodo storico così ampio. Un riconoscimento agli operatori “centenari”; che vuole essere anche un incoraggiamento per coloro che si sono affacciati solo di recente sulla scena economica della città e della provincia.

Per individuare i protagonisti dell’economia brindisina si è fatto riferimento, in particolare, alle inserzioni pubblicitarie apparse sui periodici locali nel 1910, ad opera degli operatori che hanno avvertito prima o più degli altri l’importanza delle moderne tecniche di comunicazione col pubblico. Inserzioni che costituiscono un campione più che soddisfacente dell’economia del tempo, poiché rappresentano la maggior parte delle attività, oltre che delle merci che un secolo fa erano qui prodotte, commercializzate ed esportate in mercati anche lontani. Su alcune insegne ritroviamo oggi i nomi di allora: Anelli, Fischetti, Palazzo, Ragione, Titi, solo per fare qualche esempio; oltre alle farmacie di cui si dirà in seguito.

Nel rispetto del linguaggio usato dagli inserzionisti e dai cronisti di un secolo fa, si è preferito ordinare gli annunci pubblicitari ripercorrendo idealmente le strade più commerciali della Brindisi di allora.

Testo di Roberto Piliego

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