Monumenti - TORRI COSTIERE
BRINDISINE
di Gianluca Saponaro
Protesa sul mare,
ponte fra Occidente e Oriente, la Puglia è sempre
stata esposta agli invasori di ogni genere e alle incursioni
piratesche. Fu questo il principale motivo per il quale
si decise di erigere una serie di torri costiere, aventi
principalmente scopo di avvistamento e di difesa lungo
le coste ma anche nell'entroterra. I primi a realizzare
queste strutture furono i Romani, anche se quelle che
si possono vedere ancora oggi risalgono a tutt'altra
epoca. Fu ad opera degli Spagnoli, durante la seconda
metà del 1500, che si realizzò un piano
organico di fortificazioni costiere, allo scopo di contrastare
la minaccia musulmana. Anche se erigere così
tante torri nel Regno di Napoli fu un operazione ardua
e difficile specie da un punto di vista economico e
non sempre, poi, servirono allo scopo per le quali furono
realizzate, infatti molto spesso gli attacchi pirateschi
continuarono.
Torre Testa - (ph. Giovanni Membola
2007)
La più alta
concentrazione si ha nel Salento, considerata la posizione
strategica e quindi più soggetta ad attacchi
nemici. In origine erano circa 80 ma attualmente ne
rimangono solo una sessantina. Oggi rendono particolare
l'atmosfera delle marine circostanti e segnano sicuri
punti di riferimento per i naviganti. Sembrano rincorrersi
all'infinito: si arrampicano sulle alte scogliere ma
si adagiano anche su litorali bassi e sabbiosi.
Il litorale brindisino è piuttosto lineare e
pianeggiante e le torri sono state costruite ad una
distanza di 7-9 km l’una dall’altra e quindi
ben visibili reciprocamente.
Partendo da nord:
Ad eccezione di Torre
Cavallo, sono tutte tipologicamente conformi al modello
voluto dalla Regia Corte nel 1563: a pianta quadrata,
tronco piramidali, scarpate e munite di caditoie a controscarpa
ed archibugiere, ad unico vano voltato all’interno
e fornite di parapetto di coronamento. Ma non sempre
furono efficaci nella loro funzione.
Oggi sono in uno stato di conservazione pessimo, foto
d’epoca, che permetterebbero di far vedere le
strutture originarie, ce ne sono poche. Esistono degli
acquerelli ottocenteschi realizzati dal leccese Salvatore
Quarta, un dipendente dell’amministrazione civica
brindisina che si dilettò in quel periodo a rappresentare
moltissimi monumenti della città, alcuni oggi
non più esistenti: prospetti ed interni di chiese,
fontane, facciate di palazzi, tratti delle mura, i bastioni,
i castelli ma anche le Torri Costiere.
Opere lineari, geometriche, essenziali ma bellissime
perché raccontano come un tempo erano queste
importanti testimonianze, per esempio le scale di accesso
in pietra rimasta soltanto a Punta Penne, particolare
poi Torre Cavallo, perché una delle pochissime
immagini d’epoca esistenti.
Questi disegni sono di proprietà di famiglie
brindisine e la riproduzione è vietata.
Disposizione delle torri costiere
sul litorale brindisino - clicca sui nomi per aprire
le singole schede
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BIBLIOGRAFIA
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torri di avvistamento anticorsare nel paesaggio
costiero; in “La Puglia ed il Mare”,
a cura di D. Fonseca, Milano, 1988.
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- R. Alaggio, Brindisi
medievale. Natura, santi e sovrani in una città
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